Un grido visivo che infrange il silenzio sulle nuove dipendenze.
Sirene è più di un videoclip: è uno specchio riflesso su una realtà che molti preferiscono ignorare.
Diretto con intensità visiva e profonda empatia, il video accompagna l’ultimo brano della cantautrice emergente Paola Pinna, artista dalla voce autentica e dallo stile influenzato dai synth anni '80, capace di raccontare il disagio contemporaneo con una delicatezza spiazzante.
Il video ci trascina nei sobborghimarginali di una metropoli qualunque — o forse di ogni città —seguendo la parabola discendente di un giovane che, lentamente mainesorabilmente, scivola nella dipendenza. Spaccio, alienazione, solitudine: sono i volti di unmalessere generazionale che il video non giudica, ma espone con crudelesincerità.
Una regia attenta e una fotografia cupa e urbana danno corpo e tensione emotiva alla narrazione. Il contrasto con la musicalità energica del brano non è casuale: è la frizione tra dentro e fuori, tra ciò che si prova e ciò che si mostra. Una battaglia silenziosa urlata attraverso le immagini.
Questo videoclip è un atto di consapevolezza. È per chi vuole vedere oltre il rumore, per chi crede che l’arte abbia ancora il potere di far riflettere, di smuovere, di cambiare.
"Sirene"non è soltanto una denuncia sociale: è un’esperienza immersiva che fonde narrazione cinematografica e performance musicale in un equilibrio dirompente.
Da un lato,viviamo il dramma interiore di un giovane, interpretato con intensitàdrammatica, mentre scivola nell’abisso della dipendenza. Dall’altro, lapresenza magnetica di Paola Pinna, sul palco, avvolta da un fondalenero, incarna la solitudine, il vuoto e la brama che accompagnano ilviaggio tossico, rendendo ogni nota un grido trattenuto, ogni parola un pugnonello stomaco.
La scelta di utilizzare una lente Helios 58mm, con il suo bokeh organico e sognante, non è un vezzo estetico, ma una precisa volontà comunicativa: distorcere la realtà, proprio come la dipendenza distorce la percezione della vita. Ogni sfocatura diventa un riflesso emotivo. Ogni luce sfuggente, un simbolo di speranza che si perde nel buio.
La regia ibrida — tra fiction e live performance — dà forma a un linguaggio visivo potente, capace di creare connessione empatica immediata con lo spettatore. Non osservi il dolore: lo senti. Non analizzi la solitudine: la respiri.
Il videoclip ha generato un forte impatto durante la sua prima proiezione, ottenendo consensi per il coraggio espressivo e la scelta stilistica audace. È oggi un contenuto versatile e ad alto valore artistico, idoneo alla circuitazione in festival musicali, rassegne sociali e contesti educativi.
In sintesi:
"Sirene" è un pugno poetico in pieno petto. È arte che non ha paura di farti guardare negli occhi ciò che solitamente si evita. È un videoclip che non si limita a raccontare, ma ti obbliga a sentire.
Sirene
Paola Pinna (cantautrice)
Videoclip musicale / Narrativo + Performativo
4’12”
2024
Sobborghi metropolitani – periferie urbane nonidentificate (Italia)
Un racconto visivo crudo e poetico che unisce narrazione filmica e performance musicale. Le scene si alternano tra:
· Storyline drammatica interpretata da attore protagonista
· Performance live dell’artista su palco teatrale in total black
Obiettivo narrativo: denunciare il degrado interiore delladipendenza e offrire uno spunto di riflessione emotiva e sociale, attraversosimbolismi visivi forti e un montaggio immersivo.
Diego Muratore
Nicola Venturuzzo
Studio Creativa – Sezione Video Editing
Helios 58mm vintage – caratterizzata da bokeh rotazionale e flares organici, ideale per ricreare distorsione percettiva e confusione mentale/emotiva del personaggio.
“Sirene” – Paola Pinna
(Distribuzione indipendente – Produzione: label emergente)
Studio Creativa - Audio Division